
Leila Guerriero - La chiamata. Storia di una donna argentina (2025)
Nel 1976, durante la dittatura di Videla in Argentina, Silvia Labayru fu rapita, torturata, ridotta in schiavitù e costretta a dare alla luce la sua prima figlia in una stanza del centro di detenzione clandestino in cui era rinchiusa. All'epoca Labayru aveva vent'anni ed era una militante di Montoneros, un gruppo armato di matrice peronista. Fu rimessa in libertà nel giugno del '78 e, sull'aereo diretto a Madrid, pensò che l'inferno fosse finito. Ma così non era. Ad aspettarla c'era il sospetto dei compatrioti in esilio: com'era possibile che fosse sopravvissuta e che avesse ancora con sé la bambina? Su di lei giravano voci di ogni genere: giovane, bella, bionda, viva – fra migliaia di desaparecidos –, fu accusata di aver tradito e di aver collaborato con i suoi aguzzini. Nel ripudio generale, riuscì a poco a poco a rifarsi una vita accanto agli amici rimasti.